Sto sistemando il template, quindi potrebbe potrebbe risultare un po' sto
rto. Visto?

domenica 10 ottobre 2010

Cosa manca a internet

Uno potrebbe anche fare un pippone sul linguaggio della politica in Italia da Mussolini in poi. Ma arriva un Casini qualsiasi, con il suo cazzo di Twitter, e ti risolve il problema:
«Non serve parlare di ritiro ma occorre riflettere sulla modalità del nostro impegno, dobbiamo aiutare i nostri uomini.» 
Sì, lo so, l'indignazione viene naturale, niente di originale, frasi che si sono sempre dette, si tiene sul vago, ecc. Ma penso che tra social network e blog, rigidamente usati in una sola direzione come ufficio stampa da gran parte dei politici italiani, si stia arrivando a un livello di nonsenso che nemmeno in interviste con i giornalisti più appecorati si è mai toccato. 
Il giorno che questi servizi di microblogging e questi social network si doteranno di uno staff di energumeni che alla prima cazzata ti prendono per il collo urlandoti in faccia "Cosa minchia stai dicendo, viscida testa di cazzo?", ecco, quel giorno potrei anche essere a favore del Nobel per la pace a internet.

sabato 2 ottobre 2010

'orcodio che laici abbiamo in Italia

Trovo nauseante che le home page dei quotidiani online siano invase da considerazioni e rimostranze di area cattolica per la bestemmia di Berlusconi. Premettendo innanzitutto che si tratta di un contesto privato (o semi-privato), non è la prima volta che ci troviamo di fronte a una strumentalizzazione di simile forma, che lascia scoperto il fianco a invadenze gravi quasi quanto il nemico che si cerca di combattere. La battaglia è politica? No, è privata. Ed è uno dei portati propri del berlusconismo, la battaglia tout court che sposta i voti non in base alle idee e all'operato ma in base ai comportamenti privati, ai gusti personali, alla simpatia, alla retorica. Quando l'area berlusconiana porta all'attenzione dell'opinione pubblica fatti che non dovrebbero minimamente riguardare la competizione politica e il giudizio sull'operato di un politico, non si leva un coro indignato su giornali come Repubblica? Mi pare di sì, ed è giusto che sia così.

Mettiamo che ci sia un presidente del consiglio fortemente anticlericale, a capo di un governo laico in una nazione poco cattolica. Mettiamo che ogni provvedimento di questo governo sia l'opposto di quello che avviene ora in Italia: la Chiesa paga l'ICI, le scuole non hanno crocifissi, ecc. Mettiamo che qualcuno colga con un telefonino il nostro (auspicabile) presidente del consiglio in preghiera in una chiesa. Ecco. Andrebbe condannato il suo operato per incoerenza (sempre che la coerenza sia un valore assoluto)? Dovrebbe perdere voti perché nel pubblico fa un certo tipo di leggi e nel privato si comporta diversamente? Ci si dovrebbe “scandalizzare”?
Astraiamo la situazione odierna: il presidente del consiglio di uno stato (teoricamente laico) sta venendo attaccato dalla Chiesa cattolica per una bestemmia detta in un contesto privato. Dove sono finiti i difensori della laicità?

Questa strumentalizzazione non è solo ridicola, è anche controproducente: sposta il tiro dall'azione di un politico al suo comportamento personale. Che il governo del PdL e della Lega alcune porcate le abbia fatte anche in nome di un presunto cattolicesimo è una schifezza di per sé, non in relazione al fatto che effettivamente i suoi esponenti non siano così cattolici. Se fossero davvero cattolici andrebbe meglio? Quindi nel caso il prossimo Presidente del Consiglio sia cattolico fervente, nel pubblico e nel privato, ingoieremmo con meno amarezza una legge contro l'aborto o contro le unioni omosessuali?

Con il rinnovarsi di una battaglia tout court fatta di intercettazioni private, gusti sessuali, bestemmie, risate e ingerenze cattoliche, il berlusconismo ha vinto ancora.  

martedì 17 agosto 2010

Di "k", di "bira" e di una lingua che tutto sommato sta bene, ma per ora va in silenzio stampa

Accade che i giornalisti, per alleviare le loro turbe, si divertano a fare articoletti come questo, o servizi come questo. Accade che l'opinione pubblica si scandalizzi e rida. Di conseguenza accade che la scaletta dei problemi linguistici sia in mano al sensazionalismo mediatico, che trasborda nel moralismo e che crea facilmente un meccanismo giustificatore e consolatorio.

E non si usa più il congiuntivo, e si usa x per per e k per ch, e guarda quanti anglicismi, e quelle ragazze dicono bira, e guarda le faccine, e guarda quante sigle. Oddio che schifo, fatemi una flebo di Baricco sennò svengo.

Vi svelo un segreto: il lessico è il settore più esterno e più soggetto a mutamenti legati a fattori esterni di una lingua; la grafia, in sé, è una modalità di rappresentazione, e incide davvero poco sulla lingua. Questo non vuol dire che si può fare il cazzo che si vuole con lessico e grafia, semplicemente non si possono considerare problemi primari dei fenomeni relegati in contesti specifici e particolari. Gli anglicismi sono per lo più tecnicismi, o si trovano in alcuni gerghi; i fenomeni relativi alla grafia si presentano, per lo più, in contesti comunicativi (chat, SMS, ecc.).

Gramsci (e non lo cito a sproposito, in quanto linguista di formazione) tra le grammatiche di una lingua includeva la grammatica normativa non scritta: 

"[...] esiste anche, di fatto, cioè anche se non scritta, una (o più) grammatica «normativa», ed è costituita dal controllo reciproco, dall'insegnamento reciproco, dalla «censura» reciproca, che si manifestano con le domande, «Cosa hai inteso, o vuoi dire?, «Spiegati meglio», ecc., con la caricatura e la presa in giro, ecc.; tutto questo complesso di azioni e reazioni confluiscono a determinare un conformismo grammaticale, cioè a stabilire «norme» o giudizi di correttezza o di scorrettezza, ecc." (Quaderno 29, par. 2)

La norma della classe dirigente, irradiata tramite centri di diffusione (come televisione e giornali), diventa il conformismo grammaticale (senza nessuna accezione negativa) che si propaga nella comunità. Era il 1935 e la lingua italiana era ancora poco diffusa. Il conformismo grammaticale era l'italiano stesso che si stava affermando.

Oggi l'italiano lo sanno, bene o male, tutti. Cosa irradiano i centri di diffusione, oltre alla lingua in continua evoluzione? Considerazioni metalinguistiche, che vengono recepite e propagate a loro volta dai parlanti/scriventi. Continuando a usarlo con accezione neutra, il conformismo diventa anche metagrammaticale. 

Arrivo al punto: il problema non è che esista un conformismo metagrammaticale (o più semplicemente una serie di fenomeni che sono riconosciuti dalla comunità come indice di scarsa competenza linguistica). Il problema è che il conformismo metagrammaticale si appoggi non su basi linguistiche, ma su basi mediatiche e moraliste. È la spettacolarizzazione di fenomeni che incidono davvero poco sulla lingua e sul suo uso corretto, chiaro ed efficace.

La focalizzazione solo su questi problemi, che possiamo considerare minimi, è un potente meccanismo consolatorio di giustificazione e legittimazione. Nella comunità arriva un messaggio: basta usare la tradizionale grafia, o un congiuntivo al posto giusto per parlare/scrivere bene, essere chiari. 
Chi devia è un analfabeta degno delle nostre risate. Chi si adegua sa usare l'italiano.
Basta leggere i commenti ai servizi o agli articoli suddetti per rendersi conto che chi si adegua e taccia gli altri di analfabetismo, piangendo la morte della lingua italiana, non se la passa, linguisticamente, tanto bene. 

Altri problemi, questi sì importanti, sono taciuti dai mass media e sconosciuti alla comunità. Povertà e insicurezza lessicale, irradiata dagli stessi giornali; la pressione della lingua del politicamente corretto, molto più invadente dell'inglese, irradiata dagli stessi giornali; difficoltà nella costruzione di un testo e nell'uso della punteggiatura, ecc. 

La realtà mediatica ci dice che è più spettacolare un SMS di una prova scritta d'italiano organizzata male. Ci dice che è preferibile scrivere di quanto siano brutte le parole inglesi che di quanto sia inefficace (e controproducente), per risolvere un problema culturale e sociale, usare omosessuale al posto di frocio, o operatore ecologico al posto di spazzino. Ci dice che k è brutto, ma non ci dice nulla di come si usa una virgola. 

Ma non mi sembra troppo idealistico avvertire che una politica linguistica dettata dalla spettacolarità e dal moralismo porta a mascherare i veri problemi culturali (e solo successivamente linguistici) di una comunità.

domenica 23 maggio 2010

Bird lives (post musical-retorico di cui non mi pentirò mai)

No, niente. E' che posso pure rimanere estasiato di fronte alla perfezione oggettiva di un Verdi, di un Mozart; posso esaltarmi, fomentarmi fino a voler spaccare tutto tra i Dillinger Escape Plan e gli Zu; posso cercare di recuperare i 60s con i Jefferson Airplane, i Grateful Dead, gli Who, o i 70s tra Led Zeppelin e Black Sabbath. Ma poi ascolto questo pezzo e penso che non troverò mai nulla del genere, mai. 
In questo pezzo Bird parte in ritardo, c'è il produttore che lo regge perché è gonfio d'eroina, e ne esce il più bel suono di sempre, un sax che ti ammazza, bellezza che ti spacca proprio lì, nel petto, e dopo non riesci più a fare un cazzo, solo a rimetterla su e farti ammazzare di nuovo. 

lunedì 3 maggio 2010

Critica della ragion laziale

Niente, solo per dire che se tendenzialmente perdi e prendi "2 + n" goal a partita, allora la scelta di esultare quando ti fanno goal e quando perdi è indubbiamente geniale. Com'era la cosa degli occhiali di Kant?

mercoledì 28 aprile 2010

Ευρώπη

- Pronto, in che cosa posso esserle utile?
- Pronto, buonasera.
- Buonasera, mi dica.
- Guardi, sono la Grecia...

TUTUTUTUTUTUTUTUTUTUTUTUTU

- Pronto, in che cosa posso esserle utile?
- Ehm, sono ancora la Grecia, penso sia cascata la linea...
- Uff, sì, la linea. Su, mi dica, che stiamo chiudendo.
- No, ecco, qua abbiamo un piccolo problemino e vorremmo...
- Problemini, problemini, sempre 'sti problemini... cosa vuole?
- Niente praticamente, c'è il debito pubblico che...
- Allora guardi, oggi non se ne parla perché è venerdì.
- Oggi è mercoledì...
- No, venerdì. Non ha saputo della nuova settimana imposta dalla BCE?
- No...
- Ecco s'informi, quindi andiamo direttamente al 3 maggio, che però è festa.
- Festa?
- Anniversario della Costituzione Polacca. Sa la tragedia che c'è stata... vogliamo essere solidali.
- Poi, allora... 4 maggio cinemino...
- Ma come cinemino???
- Sì, Basilicata coast to coast. Poi il 5 c'è la finale di Coppa Italia...
- Io capisco, ma qua...
- Aspetti aspetti, che ora un modo lo troviamo, mi faccia pensare... uhm... il 6 ciavemo l'etiope, uff...
- ...
- Niente, ok. Facciamo il 10 dopo le elezioni regionali tedesche ok? Buona serata.
- ...'sera.


domenica 18 aprile 2010

La funzione della Chiesa